Un week-end sui Monti Sibillini.

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Nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini esiste e resiste l’Az. Agricola “La Sopravissana dei Sibillini” di Silvia Bonomi, che deve essere portata ad esempio per come Silvia, una donna forte e determinata, esercita l’attività di pastorizia allevando una razza di pecore antica e preziosa per il tipo di lana pregiata che produce. Silvia e il suo compagno Riccardo Benedetti utilizzano i sistemi di deterrenza non letale più validi ed efficaci per proteggere i loro animali, che rappresentano il tesoro della loro vita: insieme alle pecore accolgono anche un nutrito numero di asini, recuperati da situazioni drammatiche in giro per l’Italia. A ciascuna pecora e a ciascun asino hanno dato addirittura un nome!

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Nella foto Silvia e Riccardo ci accolgono al mattino.

 

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Nell’azienda vivono anche degli asini. E sono nati da poco dei cuccioli.

Insieme, da 12 anni, portano avanti un sogno davvero difficile da realizzare, all’inizio, e in seguito da mantenere vivo; infatti nel 2016 tutta la regione fu colpita da un terremoto devastante che purtroppo fece crollare case, stalle, chiese e borghi antichi. Ma loro non vollero abbandonare il territorio e rimasero con il loro gregge, che ogni anno cresce e si perfeziona nella purezza.

Con Antonio Iannibelli, fondatore di Italian Wild Wolf (http://italianwildwolf.com/ https://www.facebook.com/groups/147854318594312/ ), abbiamo organizzato un viaggio per incontrarli e per conoscere meglio la loro storia. Siamo tutti davvero grati a Silvia e Riccardo perché ci hanno regalato una giornata del loro tempo, facendoci vivere e provare in prima persona le esperienze del loro lavoro.

Nella foto siamo in partenza per l’altopiano del Macereto dove le pecore sono al pascolo custodite dai cani.

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Sono certa che la loro testimonianza sarà utile a tutti quegli allevatori che subiscono predazioni da parte dei lupi e che necessitano di consigli che li guidino, poiché in questa azienda è dimostrato che, applicando i giusti metodi, si può coabitare pacificamente in un territorio che appartiene atavicamente sia al Canis Lupus Italicus, sia all’uomo.

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Turco, uno dei cani custodi

Riportiamo di seguito le parole che Silvia stessa ha voluto dedicarci come saluto quando siamo partiti per tornare a casa.

“Nonostante la confusione organizzativa della nostra azienda in estate, periodo in cui ci dividiamo tra fondovalle con le agnellone e monticazione della restante parte del gregge sull’altopiano di Macereto, siamo certi di avervi trasmesso quelli che per noi sono i valori pilastri della nostra scelta di allevamento: rispetto per l’ambiente in cui viviamo e lavoriamo, cura del territorio e pascolo turnato per un consumo adeguato del suolo e delle risorse con relativa opera di prevenzione delle calamità naturali (ricordiamo che il pascolamento riduce il rischio di valanghe e di incendi, questi ultimi spesso dolosi), occhio di riguardo per gli animali domestici e selvatici, mediante il controllo delle trasmissioni parassitarie e patologiche tra domestico e selvatico (dai parassiti alle malattie) e garanzia di convivenza con il predatore d’eccellenza delle nostre montagne: il lupo.

Il nostro territorio consente l’ottimale utilizzo di recinzioni elettrificate (che abbiamo sempre sostenuto essere sufficienti per il contenimento degli animali, non come “misura anti-lupo”) e l’inserimento di cani custodi nel gregge. Questo ultimo punto, con riserva di capacità da parte del pastore di moderare l’esuberanza dei soggetti più giovani e spinti, attraverso un percorso educativo che impone comunque molto lavoro e sacrificio.

Caino, cane da pecora dell’Abruzzo di un anno, è l’esempio lampante di come un giovane custode debba essere monitorato il più possibile in questa fase di finissaggio e non lasciato fare in mezzo alle pecore perché tanto lo porta nel sangue. I cani custodi vanno scelti da linee da lavoro e seguiti durante tutto il loro percorso di crescita.”

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Nella foto uno dei cuccioli di tre giorni, nati dalla coppia di pastori d’Abruzzo di Silvia e Riccardo.

Qui il racconto della nostra esperienza scritto da Antonio Iannibelli con Maria: http://antonioiannibelli.it/2020/07/31/pastori-tra-i-sibillini/

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=3566003490077143&id=907224739288378

https://sopravissanadeisibillini.it/

https://www.facebook.com/Az-Agricola-La-Sopravissana-dei-Sibillini-di-Silvia-Bonomi-907224739288378/

One response to “Un week-end sui Monti Sibillini.”

  1. […] racconto del fine settimana di Brunella Pernigotti e Mirko, compagni di […]

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